Un capolavoro riscoperto della pittura rinascimentale, il “Giudizio Universale di Ginevra”, svela la genialità di Michelangelo Buonarroti in un’inedita veste: un olio su tela che rivela una profonda conoscenza della tecnica pittorica. L’opera, lungamente perduta e ritrovata grazie alla tenacia degli studiosi, si distingue per la figura del Cristo Giudice privo di barba, un dettaglio audace e innovativo che richiama l’affresco originale della Cappella Sistina.La tela, realizzata con maestria su finissimo lino, racchiude in seeacute; un’intensa carica emotiva e simbolica. I personaggi rappresentati sono tratteggiati con una tecnica sorprendente: alcuni sono incompleti o solo abbozzati, mentre il movimento delle figure conferisce dinamismo e vitalità all’insieme. Gli angeli senza ali aggiungono un tocco di mistero e spiritualità all’opera, suggerendo una dimensione ultraterrena e celeste.Tra i “salvati” che popolano il dipinto spicca un presunto autoritratto di Michelangelo, in cui l’artista appare con un volto giovane e vigoroso, diverso da quello comunemente conosciuto. Questa scoperta apre nuove prospettive sulla vita e sull’arte del genio toscano, evidenziando la sua capacità di reinventarsi costantemente.Il “Giudizio Universale di Ginevra” è stato oggetto di approfondite analisi scientifiche e studi storici che ne hanno svelato ogni sfumatura nascosta. Il restauro del 2015 curato da Antonio Casciani ha restituito all’opera il suo antico splendore, permettendo ai visitatori di ammirare ogni dettaglio con occhi nuovi.Nel corso dei secoli, l’opera ha cambiato diverse proprietà ed è stata testimone silenziosa di epoche passate. Oggi conservata in condizioni eccellenti, continua a suscitare meraviglia e ammirazione per la maestria dell’artista e per la bellezza intrinseca del suo messaggio universale.
Il capolavoro riscoperto della pittura rinascimentale: “Giudizio Universale di Ginevra”
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