La scena dei migranti condotti via con le manette suscita un senso di profonda sofferenza per la dignità umana offesa. È inevitabile chiedersi se non sia possibile un approccio più compassionevole e umano nei confronti delle persone che cercano una nuova vita. Il cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino, espresse con forza il proprio dissenso su questo tema, sottolineando come la sofferenza dei migranti sia un segno di un problema più ampio e complesso.Il prelato ha messo in guardia contro l’idea che le persone possano essere semplicemente respinte o allontanate con la sola forza dell’autorità. Egli ha sottolineato come anche i non credenti possano rendersi conto della gravità delle azioni compiute, mentre per chi crede, ci sono due giudizi: quello umano e quello divino. Quest’ultimo è qualcosa di più profondo e permanente.Nel frattempo, il cardinale Repole ha anche espresso la propria opinione sul Centro di permanenza per richiedenti asilo (Cpr) appena riaperto a Torino. Egli ha ritenuto che si stia cercando di fare del meglio per gestire l’emergenza umana, cercando di vivere in termini umani il difficile compito di accogliere e assistere le persone in arrivo. Il cardinale sembra credere che la situazione sia delicata e richieda uno sforzo per cercare di offrire dignità alle persone coinvolte.
Il cardinale Roberto Repole: I migranti non possono essere respinti con la forza, è necessario un approccio più umano
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