Il caso Scopelliti torna alla ribalta grazie ad analisi dei documenti e di esami balistici sui reperti.

La memoria della tragedia rimane ancora profondamente radicata nella memoria collettiva, quasi trentaquattro anni dopo il tragico evento. Il 9 agosto 1991 è un giorno che non potrà mai essere dimenticato per la famiglia e gli amici del giudice Antonino Scopelliti, le cui speranze di giustizia sembravano perse nel tempo.Tuttavia, in questi ultimi tempi, il caso ha conosciuto una nuova svolta grazie all’esito di un’attenta analisi dei documenti e di un approfondito accertamento balistico effettuato sugli oggetti sequestrati nel luglio del 2018. In particolare, sono stati esaminati i reperti provenienti dall’arma recuperata a quella data.Per compiere questi rilievi tecnici, gli investigatori hanno deciso di portare nuovamente il luogo del crimine in una sorta di rinascita grazie all’intervento della polizia scientifica. Gli specialisti sono stati inviati al punto esatto dove l’omicidio è avvenuto per un attento ripristino degli oggetti e dei reperti presenti al momento dell’accadimento.Di particolare interesse è stata la Bmw 318i di proprietà del giudice, una macchina che ha viaggiato con lui il giorno della tragedia. Per molti anni l’auto è stata custodita dai suoi familiari, ma questa volta ha ripercorso il percorso che portò il giudice a incontrare la sua fine. Questa scena si era già ripetuta in passato, ma per la prima volta si poteva assistere alla riapertura delle memorie di quella tragedia.I tecnici scientifici hanno cercato con cura di ricostruire ogni dettaglio dell’accadimento usando gli strumenti più avanzati per rilevare le tracce e le impronte. I risultati sono stati preziosi in quanto consentono un quadro più chiaro su ciò che accadde quel giorno, contribuendo a chiudere il cerchio della giustizia.