Il coraggio del dottore nel curare i bambini vulnerabili

Date:

15 febbraio 2025 – 02:45

Il dottore si era preparato con cura le parole da dire. “Salam aleikum”, disse con emozione. Il bambino più piccolo rispose in arabo: “Che la pace sia anche su di voi”. Il bambino più grande, invece, rivolgendosi alla madre con un sorriso disse: “Mamma, qui parlano la nostra lingua, non siamo soli”. Tuttavia, successivamente lo stesso medico, aiutato da un’interprete culturale, dovette spiegare ai due bambini che dovevano sottoporsi a un esame del sangue e il più piccolo scappò via. Gridava e non voleva essere preso. Hanno dovuto trattenere in quattro persone durante il prelievo. L’ultima volta che era stato in ospedale a Gaza avevano finito l’anestesia. Utilizzarono aghi per adulti su di lui che ha le braccia di un bambino di quattro anni. Aghi grossi e senza medicine disponibili.Il dottore si sentiva impotente davanti a quella situazione difficile da gestire. La mancanza di risorse e le condizioni precarie in cui doveva operare lo facevano sentire frustrato. Tuttavia, sapeva che fare del suo meglio per garantire cure a quei bambini vulnerabili era il suo dovere morale.La mediatrice culturale cercava di spiegare ai genitori dei bambini l’importanza dell’esame del sangue per poter diagnosticare eventuali problemi di salute in modo tempestivo e trattarli adeguatamente. Era fondamentale superare le barriere linguistiche e culturali per garantire una corretta comunicazione tra il personale sanitario e i pazienti provenienti da contesti diversi.Nonostante le difficoltà incontrate durante la procedura medica, il dottore perseverò nel suo impegno ad aiutare quei bambini bisognosi, consapevole dell’importanza della sua professione nell’offrire cure mediche a chi ne aveva bisogno indipendentemente dalle circostanze avverse.In quel momento di tensione e disagio, il dottore si aggrappava alla speranza che quei bambini potessero ricevere le cure necessarie per guarire e vivere una vita migliore. La sua determinazione e la sua compassione lo guidavano attraverso le sfide quotidiane del suo lavoro nella speranza di fare una differenza positiva nella vita di chiunque avesse bisogno di cure mediche urgenti.

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