Il coraggio e la codardia nella Prima Guerra Mondiale: riflessioni dal film “Campo di Battaglia” di Gianni Amelio

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Il coraggio e la codardia si intrecciano in un intricato gioco di sopravvivenza nel film “Campo di Battaglia” di Gianni Amelio, presentato con successo alla Mostra del Cinema di Venezia. Le parole taglienti dell’ufficiale medico Stefano, interpretato magistralmente da Gabriel Montesi, mettono in luce la dura realtà dei soldati che cercano disperatamente di sfuggire al fronte della prima guerra mondiale attraverso autolesionismo e mutilazioni. Un fenomeno diffuso che portò a migliaia di condanne per autolesionismo pronunciate dai tribunali militari, come sottolinea la storica Eugenia Tognotti.Le strategie per evitare il fronte erano molteplici e talvolta sorprendenti: dal travestimento alla simulazione di disturbi mentali. La storia ricorda i “scemi di guerra”, quegli uomini che tornarono a casa segnati da traumi invisibili ma profondi, ricoverati nei manicomi statali o costretti a convivere con disturbi post-traumatici causati dallo stress bellico.Ma non solo le ferite fisiche e mentali affliggevano i soldati durante la Grande Guerra: anche l’influenza spagnola ebbe un impatto devastante su tutti i fronti, compreso quello italiano. La mancanza di informazioni tempestive e la censura contribuirono alla diffusione del virus, portando a conseguenze drammatiche anche dopo la fine del conflitto.Il film ci porta a riflettere sulle scelte estreme fatte dai protagonisti per sopravvivere in un contesto così crudele e disumano. Attraverso le vicende dei personaggi interpretati da Alessandro Borghi e Federica Rossellini, ci immergiamo in una narrazione avvincente che mette in luce le contraddizioni dell’animo umano di fronte all’orrore della guerra.”Campo di Battaglia”, frutto della collaborazione tra Kavac Film, IBC Movie, One Art con Rai Cinema e il sostegno delle istituzioni regionali come la Regione Friuli-Venezia Giulia e Trentino Film Commission, rappresenta un viaggio emozionante nella storia tragica e affascinante della Prima Guerra Mondiale, lasciando spazio alla riflessione sulla fragilità dell’uomo di fronte alle atrocità della guerra.

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