29 ottobre 2024 – 22:45
La narrazione imparziale della storia colpisce in maniera casuale, andando oltre le responsabilità o l’innocenza come dimostrato dalle vittime del 7 ottobre, dai civili di Gaza e del Libano; ma anche la memoria stessa, spesso, rischia di diventare cieca. Può esaltare o cancellare; celebrare o trascurare. A volte con motivazioni sottili, a volte per scelte deliberate, a volte senza alcuna ragione apparente. Il percorso di Luigi Capriolo è emblematico: un eroe senza medaglie, come lo definiscono Aldo Agosti e Marina Cassi nel loro recente libro pubblicato da Donzelli, dove la precisione della ricerca si sposa con la freschezza dello stile narrativo. Nato a Cinzano nel 1902 ma torinese d’adozione, Capriolo cresce a Borgo San Paolo all’interno di una famiglia di modesti artigiani: da giovane socialista, si nutre dell’atmosfera peculiare dei quartieri operaî torinesi, dove si intrecciano idealismo, lavoro e desiderio di riscatto. Nel 1921 aderisce al Partito Comunista d’Italia dopo le delusioni provocate dall’approccio verbale e inconcludente dei massimalisti e dalla sconfitta del settembre rosso: da quel momento inizia un impegno militante senza riserve…