18 luglio 2024 – 10:45
Vent’anni fa, il Cinema Doria di via Gramsci chiudeva i suoi battenti, una sala che ha lasciato un’impronta indelebile nella formazione culturale, umana e professionale di molti. La programmazione di film di qualità faceva sognare grandi e piccini, trasmettendo emozioni senza tempo. Ricordo ancora con nostalgia le proiezioni che mi hanno segnato: da “La Mia Africa” che mi fece desiderare di essere come Robert Redford, a “L’attimo fuggente” dove l’applauso al termine del film risuonava insieme alla frase “Capitano, mio capitano” dedicata a Robin Williams.Il Cinema Doria non era solo uno spazio per la visione cinematografica, ma anche un luogo d’incontro e di riflessione. Ricordo con affetto il momento in cui, in attesa dell’apertura della porta di casa smarrita, ci rifugiammo nelle poltrone rosse per goderci una commedia con Nick Nolte. È un peccato vedere ora il Doria abbandonato e in attesa di un futuro incerto.Oggi mi ritrovo a confrontare questa memoria carica di emozioni con la realtà attuale della mia città. I palazzi storici deturpati dalle scritte vandaliche, senzatetto costretti a cercare riparo sotto i portici e nelle gallerie del centro, escrementi per strada e l’erba selvaggia che cresce incontrollata sono solo alcune delle immagini che si presentano davanti ai miei occhi.È difficile non provare amarezza nel constatare lo stato degradante in cui versa la nostra città. Mi chiedo se l’amministrazione comunale sia consapevole della situazione critica in cui versano luoghi simbolo come il Terminal Bus di Torino o se sia disposta ad intervenire per garantire condizioni dignitose ai cittadini e ai visitatori. Una città si misura anche dalla cura dei suoi spazi pubblici e dai servizi offerti ai suoi abitanti: è giunto il momento di agire per preservare il patrimonio culturale e sociale che ci appartiene.
