01 novembre 2024 – 12:45
Il telelavoro è al centro di un acceso dibattito, ma questa volta l’attenzione si sposta sui danni provocati da coloro che escono di casa per recarsi al lavoro. Si parla degli impatti sull’ambiente e sull’economia generati dai trasporti, dai bar, dalle strisce blu e dai pedaggi. L’importanza della produttività viene messa in secondo piano rispetto alla necessità che il lavoratore spenda il proprio reddito in beni di cui potrebbe fare a meno se lavorasse da casa. Si discute sul traffico congestionato e sull’inquinamento atmosferico causato dalle automobili. Si evidenzia il paradosso tra l’acquisto di beni considerati superflui e la dipendenza economica da essi per mantenere alto il Pil. Si critica il consumatore per l’utilizzo degli imballaggi in plastica, come se avesse effettivamente la possibilità di scegliere, mentre si promuovono comportamenti green che spesso nascondono interessi speculativi. Nonostante non tutti possano svolgere attività lavorative da remoto, i benefici sarebbero tangibili anche per chi non ne usufruisce direttamente: minor traffico, mezzi pubblici più vivibili e un impatto positivo sull’ambiente. A breve termine potrebbero verificarsi contrazioni economiche, ma i consumi si sposterebbero su altre attività sociali come aperitivi e cene al posto dei pasti principali, con conseguente riduzione della domanda abitativa nelle città e un ritorno alla valorizzazione dei borghi e dei paesi più vivibili. In conclusione, sembra che non si stia facendo nulla per affrontare queste problematiche e i veri danneggiati risultano essere i lavoratori stessi.