17 marzo 2025 – 07:45
La proposta avanzata dalla Regione Piemonte di introdurre un punteggio premiale per gli studenti che scelgono di rimanere a studiare nel proprio territorio di residenza ha innescato un acceso dibattito nel mondo accademico e giuridico. Due gruppi di autorevoli giuristi hanno espresso posizioni opposte, analizzando la questione da diversi punti di vista costituzionali, sociali ed economici. Coloro che supportano la proposta evidenziano come essa possa favorire lo sviluppo territoriale e contrastare lo spopolamento, sostenendo che gli studenti che rimangono sul territorio contribuiscano alla creazione di ricchezza e crescita regionale. Inoltre, si ritiene che questa misura possa scoraggiare l’emigrazione intellettuale e rappresentare una disparità legittima e giustificata, già presente in altri contesti e potenzialmente accettabile dal punto di vista costituzionale.Dall’altro lato, coloro che si oppongono alla proposta sostengono che essa potrebbe portare a discriminazioni e ad un impoverimento del sistema universitario. L’Università piemontese conta infatti oltre 49.000 studenti non locali, i quali contribuiscono con le loro spese all’economia regionale. Si teme inoltre che la misura possa riproporre una logica discriminatoria basata sul concetto “Prima i piemontesi” e compromettere il principio di equità etica nelle borse di studio.Il nodo centrale della questione risiede nella dicotomia tra legittimità e giustizia: ciò che è considerato legittimo è sempre anche giusto? Mentre alcuni vedono la proposta come una forma di tutela del territorio, altri la interpretano come una minaccia all’inclusività universitaria. Il dibattito riflette anche una differenza generazionale tra giuristi con esperienza consolidata e accademici più giovani con background internazionale.Infine, il confronto solleva interrogativi sul ruolo delle università moderne: devono essere considerate come risorse territoriali o istituzioni globali? I dati dell’Ires 2022/23 mostrano che su 132.000 iscritti alle università piemontesi, ben 36.000 provengono da altre regioni e 13.300 dall’estero, evidenziando la complessità e l’eterogeneità del panorama accademico regionale.