02 luglio 2024 – 21:50
Nel cuore della città eterna, l’epoca d’oro degli Irriducibili, il gruppo di tifosi più estremisti della Lazio, era guidata con fermezza da Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, il carismatico capo indiscusso. Mentre alcuni storici sostenitori abbandonavano la curva nord lamentandosi di essere sotto il controllo degli albanesi, il mondo del tifo si muoveva all’interno dello Stadio Olimpico con una presenza imponente e riconoscibile da tutti i romani.La potente leadership di Diabolik si rifletteva in azioni violente e spedizioni punitive che facevano tremare la città. Ma dietro le quinte emergono le figure dei ragazzi albanesi emigrati in Italia durante il crollo del regime comunista e cresciuti nel sottobosco criminale romano. Come Elvis Demce, nato nel 1986, che abbandona presto la carriera calcistica per intraprendere una vita nel crimine sotto la protezione di Michele Senese.In un contesto permeato da battute antisemite e ululati razzisti, Demce viene assolto da un’accusa di omicidio senza colpevoli grazie all’appoggio di Paolo Signorelli. Il suo arrivo in Italia nel 1992 coincide con la fine del regime di Enver Hoxha in Albania. Cresciuto a Velletri, Demce vede la città come territorio da dominare esclusivamente per il traffico di droga. Quando un connazionale tenta di sottrargli il controllo del mercato durante la sua assenza, scoppia una violenta guerra culminata nell’incendio della villa dell’avversario.Le autorità competenti intervengono arrestando Demce e Arapaj per narcotraffico dopo mesi di indagini. Tuttavia, nell’ombra si progetta un altro crimine: il sequestro di un imprenditore edile velletrano che rifiuta di pagare un tributo alla camorra dopo aver ottenuto appalti per la ricostruzione post-terremoto dell’Aquila nel 2009. La morsa della criminalità organizzata stringe sempre più forte su Velletri mentre personaggi come Demce cercano avidamente potere e ricchezza a discapito della legalità e della sicurezza dei cittadini.
