Il furto del libro “Figlio del tempo” e la lezione di fiducia: la storia di Gianni Oliva

Date:

22 settembre 2024 – 12:45

Nel tumultuoso anno del 1968, l’aria era densa di contestazioni studentesche e ribellioni giovanili. Dalle finestre del prestigioso liceo classico Gioberti, i giovani studenti potevano scorgere Palazzo Nuovo agitato dal fermento delle proteste. Tra quei banchi, sedeva un promettente ragazzo di nome Gianni Oliva, allora soltanto sedicenne. Questo giovane avrebbe in seguito intrapreso una brillante carriera come storico, distinguendosi come uno dei maggiori esperti del Novecento italiano. Ma in quel momento, era solo un adolescente sveglio con una fervida passione per la politica.Fu proprio durante quel periodo che Gianni si lasciò tentare dall’attrazione della trasgressione compiendo un gesto imprudente: il furto del libro “Figlio del tempo”. Quell’opera letteraria rubata da una libreria ormai scomparsa di via Sant’Ottavio rappresentava per lui un simbolo di ribellione e curiosità intellettuale. Il volume preso di Marx, con la sua copertina rossa e le pagine ingiallite dell’editore Avanzini Torraca al prezzo di Lire 900, ancora oggi riposa nella sua libreria personale.Tuttavia, quell’episodio isolato rimase unica eccezione nel comportamento onesto di Gianni, che non si sarebbe mai più lasciato coinvolgere in azioni illegali. La libraia che conosceva bene sua madre ebbe fiducia nel ragazzo e gli offrì la possibilità di lavorare temporaneamente nel negozio per controllare che nessun altro cliente commettesse furti.Quella breve esperienza lo avrebbe insegnato il valore della fiducia e dell’integrità, influenzando positivamente il suo percorso futuro sia come studioso che come educatore. Quel capitolo turbolento della sua giovinezza sarebbe diventato solo uno degli aneddoti che avrebbero arricchito la sua vita ricca di conoscenza e impegno sociale.

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