Nel futuro incerto del Libano, caratterizzato da una guerra devastante e dall’ombra onnipresente di Hezbollah, emergono figure politiche come Nabih Berri e Najib Mikati, saldamente radicate in un sistema di potere clientelare che coinvolge leader musulmani e cristiani. Mentre l’inviato Usa Amos Hochstein e la premier Giorgia Meloni si recano a Beirut per incontrare Berri e Mikati, si prospetta un’evoluzione del panorama politico libanese verso una maggiore influenza statunitense e israeliana.Nabih Berri, figura di spicco con 86 anni di esperienza politica alle spalle, cerca un ruolo chiave in un possibile scenario di cambiamento nel Libano. Leader del partito armato sciita Amal, da cui è nato Hezbollah negli anni ’80, Berri intrattiene stretti legami con Hochstein nonostante le divergenze ideologiche. Hochstein, originario di Gerusalemme e con un passato nell’esercito israeliano, ha contribuito a facilitare accordi storici tra Libano e Israele per la demarcazione delle frontiere marittime.La scomparsa di Hasan Nasrallah ha aperto spazi di negoziazione all’interno della complessa rete politica libanese, consentendo a figure come Mikati di consolidare il proprio potere. Mikati, uomo influente nel panorama medio-orientale, cerca di garantire stabilità ai suoi interessi economici diffusi in varie parti del mondo. Insieme a Berri, si impegna a rispettare le risoluzioni dell’Onu per ridimensionare la presenza armata di Hezbollah a favore dell’esercito regolare nel sud del paese.Il futuro del Libano si profila incerto ma ricco di possibilità per una trasformazione politica che potrebbe portare ad un indebolimento significativo di Hezbollah. Mentre Berri e Mikati cercano accordi con attori internazionali per garantire la stabilità del paese, resta da vedere quale sarà il destino dell’influenza militare del Partito di Dio nella regione mediorientale.
Il futuro incerto del Libano: Berri e Mikati cercano stabilità e trasformazione politica
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