10 aprile 2024 – 01:34
Nella capitale italiana, Roma, si assiste a una situazione paradossale in merito alla par condicio. Sui canali televisivi della Rai, i ministri e i sottosegretari del governo guidato da Meloni avranno carta bianca per partecipare ai talk show senza vincoli di tempo o contraddittorio. Avranno la possibilità di tenere monologhi, improvvisare comizi televisivi, essere soli in studio con il conduttore o in compagnia dei colleghi della stessa coalizione politica, a patto che si concentrino sulle proprie attività istituzionali: il ponte sullo Stretto nel caso di Matteo Salvini; gli ultimi provvedimenti dell’esecutivo; le azioni intraprese dalla premier. Questa situazione rappresenta una forzatura senza precedenti negli ultimi trent’anni, dal momento in cui fu approvata nel lontano 1993 la prima legge di sistema volta a garantire parità di trattamento a tutte le forze politiche durante le campagne elettorali.Durante le ore notturne, è stato introdotto un emendamento alla delibera della Vigilanza che avrebbe dovuto recepire il dispositivo dell’Autorità garante per le Comunicazioni sulla par condicio. Tale emendamento è stato redatto nelle stanze di Palazzo Chigi dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e presentato da Fratelli d’Italia, Lega e Noi moderati ed è stato approvato solo con i voti della maggioranza, nonostante le proteste delle opposizioni. Questo emendamento stabilisce l’importanza di assicurare una precisa informazione sulle attività istituzionali e governative durante i programmi giornalistici approfonditi. La libertà concessa ai membri del governo Meloni sui media nazionali solleva interrogativi sulla neutralità dell’informazione e sulla trasparenza delle azioni politiche all’interno del panorama mediatico italiano.