Il grido disperato di Soni per il marito ucciso sul lavoro: l’indifferenza circostante.

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Il corpo di Satnam giaceva davanti a lei, dilaniato e senza vita, mentre il suo grido disperato si perdeva nell’indifferenza circostante. Soni implorava aiuto, cercando inutilmente un sostegno che potesse salvare la vita del marito, vittima di un tragico incidente sul luogo di lavoro. Nessuno si è mosso, nessuno ha risposto al suo appello angosciato: neeacute; il titolare dell’azienda, Antonello Lovato – ora trattenuto dalle manette della giustizia – neeacute; i due operai presenti nei campi accanto a loro. “Ho supplicato tutti di chiamare un’ambulanza”, racconta Soni agli investigatori che hanno emesso l’ordinanza di custodia cautelare contro Lovato. Ma Antonello continuava a urlare “è morto, è morto”, mentre l’agonia di Satnam si consumava in un silenzio colpevole. La tragedia di quella giornata resterà impressa nella memoria di Soni per sempre, testimone impotente di una catena di eventi che ha segnato irrimediabilmente le loro vite.

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