19 ottobre 2024 – 20:33
Il ministro della Giustizia, durante un convegno a Palermo, ha affrontato la questione dei trattenimenti dei migranti in Albania sottolineando che la reazione della politica non è rivolta contro la magistratura ma piuttosto contro il merito di una sentenza ritenuta anormale e non condivisibile. Egli ha enfatizzato che non spetta alla magistratura definire se uno Stato sia più o meno sicuro, poiché tale decisione appartiene alla sfera dell’alta politica. Inoltre, il ministro ha annunciato l’intenzione di adottare provvedimenti legislativi in merito a tali questioni.Le decisioni riguardanti la sicurezza degli Stati potrebbero generare tensioni diplomatiche, come nel caso del Marocco, un Paese amico il cui status di sicurezza potrebbe essere messo in discussione. Il ministro ha evidenziato che se si considerano insicuri i Paesi che applicano norme come la pena di morte, anche gli Stati Uniti dovrebbero essere inclusi in questa categoria. Tali tematiche sono delicate e di natura politica e pertanto non possono essere lasciate esclusivamente alla magistratura.Nordio ha sottolineato l’importanza che la politica intervenga qualora la magistratura superi i propri limiti attribuendosi prerogative che non le competono, come ad esempio quella di determinare lo status di sicurezza di uno Stato. Ha ribadito che il governo risponde al popolo e, in caso di disaccordo con le sue azioni, sarebbe pronto a dimettersi. Al contrario, la magistratura essendo autonoma e indipendente non è soggetta a nessun controllo esterno e quindi non può assumere prerogative prettamente politiche.Infine, Nordio ha escluso l’esistenza di un clima di tensione tra governo e magistratura, sottolineando che vi è stata sempre una volontà reciproca di collaborazione per migliorare l’efficienza del sistema giudiziario. Da ex magistrato egli ha respinto l’idea che il governo possa dichiarare guerra alla magistratura, sostenendo che ciò non corrisponde alla realtà attuale né sarà mai una prospettiva contemplata dal suo governo.