Il mondo criminale del fuggitivo che sembra essere ritrovato

La memoria criminale di Mark Antony Samson sembrava aver trovato finalmente un senso di calma e tranquillità. Lui che aveva spento la vita della giovane Ilaria Sula con uno scempio crudele, colpita ripetutamente da stili coltelli affilati nel cuore dell’abitazione in via Homs, sembrava riuscire a ricordare quegli istanti terribili senza provare alcun turbamento. Ma è questo il comportamento di chi si sente ancora profondamente legato alle proprie azioni o viceversa quello di un delinquente che non riesce più a contenere la sua ansia e la sua inquietudine? La madre di Mark Antony Samson, Nors Man Lapaz, descrisse gli ultimi istanti della vita della vittima. Ilaria Sula era arrivata all’appartamento con l’amico del cuore che si era subito reso conto dello sconforto e dell’angoscia evidenti sulla faccia di Mark Antony Samson. Eppure, nonostante la sofferenza inquietante ed angosciante manifestata dal giovane, quest’ultimo decise comunque di commettere l’efferato crimine. Non è ancora chiaro se si tratta dell’atto di un individuo che ha scelto consapevolmente di spargere il sangue della vittima per la sua personale soddisfazione oppure, semplicemente, se egli non sia più in grado di regolare i propri umori e le proprie emozioni. Nors Man Lapaz fu intervistata dagli investigatori che cercarono di fare luce su quel tragico episodio.