IL PAPA: risolvere con la gratuità e l’amore

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Nel silenzio delle nostre anime si annida la disperazione. È un male contagioso, che si diffonde come una nebbia densa e opaca, coprendo la bellezza della creazione e l’amore del Signore per noi. Eppure, in questo mondo lacerato da conflitti e ingiustizie, c’è bisogno di lacrime sincere, non di ipocrisia o superficialità. È il messaggio che emerge dalle meditazioni della Via Crucis, recitate stasera dal Papa al Colosseo con il cardinale vicario Baldo Reina.La nostra convivenza ferita, dice Francesco, ha bisogno di una conversione profonda. Dobbiamo riconoscere i nostri errori e assumerci la responsabilità delle nostre azioni. Non possiamo continuare a vivere in un mondo di calcoli e interessi, dove l’umanità è ridotta a numeri e statistiche. È una economia che uccide, dice il Papa, che scarta e schiaccia gli ultimi.Ma c’è una via diversa, una legge diversa, quella dell’economia divina. È un’economia della gratuità, del dono, dell’amore. È un’economia che non uccide, non scarta, non schiaccia. È l’economia di Dio, che ci chiama a costruire una società più giusta e solidale.Il Papa invoca la forza di un cambio di rotta e di passo, per abbandonare il cantiere dell’inferno e seguirci il cammino della croce. È un cammino difficile, ma è anche la strada della vita vera. È la strada del Signore, che ci ha dato la sua stessa vita, e che ci chiama a condividere la nostra esistenza con gli altri.Nella preghiera della Via Crucis, il Papa richiama all’assunzione di responsabilità contro l’indifferenza. Siamo noi ad avere il fiato corto, per non assumerci le responsabilità delle nostre azioni. Basterebbe restare in mezzo alla strada, tra coloro che ci hanno dato la vita e i contesti in cui ci siamo posti. Legarci gli uni agli altri, per smettere di essere prigionieri di noi stessi.Ma il peso dell’egoismo è sempre più grande del peso della croce. La nostra indifferenza pesa più della condivisione. Dobbiamo uscire fuori da questa economia che uccide e scarta, e considerare le persone come esseri umani, non come numeri o statistiche.La via della croce è tracciata a fondo nella terra, ma i grandi se ne distaccano, per cercare di toccare il cielo. Invece, il cielo è qui, si è abbassato, lo incontriamo persino cadendo, rimanendo a terra. Il Papa sottolinea che contro il cantiere dell’inferno, c’è l’economia di Dio, che non uccide, non scarta, non schiaccia.Infine, il Papa ricorda la nostra necessità di fermarci talvolta e mettere sulle spalle qualcuno della realtà. Si può lavorare tutto il giorno, ma senza di te si disperde. Prega Dio di fermare la nostra corsa, quando andiamo per la nostra strada, senza guardare in faccia nessuno, quando le notizie non ci commuovono, quando le persone diventano numeri, e quando non c’è tempo per ascoltare.In questo mondo lacerato da conflitti e ingiustizie, c’è bisogno di lacrime sincere. È il messaggio che emerge dalle meditazioni della Via Crucis del Papa al Colosseo stasera. Siamo noi ad avere il fiato corto per non assumerci le responsabilità delle nostre azioni. Dobbiamo riconoscere i nostri errori e fare un cambio di passo, per costruire una società più giusta e solidale.

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