Il 16 marzo del lontano 1978 è una data che ha segnato indelebilmente la storia italiana: il sequestro di Aldo Moro, illustre presidente della Democrazia Cristiana. Quella mattina, poco dopo le 9, un gruppo armato delle Brigate Rosse irrompe nella tranquilla via Fani a Roma, bloccando le auto che trasportavano il politico e uccidendo senza pietà i suoi cinque coraggiosi uomini di scorta: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino. Aldo Moro viene rapito e portato via su una Fiat 132 blu, mentre i terroristi rivendicano con spavalderia l’azione tramite una telefonata all’Agenzia ANSA. Inizia così un lungo calvario di 55 giorni che si concluderà tragicamente il 9 maggio con l’uccisione del grande statista italiano. Questo evento sconvolgente ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva del nostro Paese, suscitando dolore, rabbia e disperazione in tutta la nazione. La vicenda di Aldo Moro rappresenta ancora oggi uno dei momenti più bui della storia contemporanea italiana, simbolo di un periodo segnato da violenza politica e tensioni sociali profonde.
Il rapimento di Aldo Moro: 55 giorni di terrore e tragedia
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