Dopo le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si stanno delineando possibili scenari per un negoziato tra Mosca e Kiev al fine di porre fine al conflitto in Ucraina. Tuttavia, la Russia continua a considerare la Santa Sede come un interlocutore chiave in questa partita, sia per la sua posizione “equilibrata” costantemente mantenuta dal Vaticano, sia per il suo impegno nella “diplomazia umanitaria” tanto cara al Papa e al cardinale Matteo Zuppi, suo inviato di pace.Mosca si è mostrata aperta a proseguire un “dialogo costruttivo” con il Vaticano riguardo all’Ucraina, come ha dichiarato Artyom Studennikov, direttore del primo Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo all’agenzia Ria Novosti. L’impegno della Santa Sede per una soluzione pacifica ed equa del conflitto ha ricevuto apprezzamento da parte della Russia.Recentemente, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha espresso la speranza che la collaborazione con il Vaticano su questioni umanitarie e relative all’Ucraina continui. Grazie all’intervento attivo del cardinale Matteo Zuppi, 16 militari feriti sono stati rimpatriati in Russia durante scambi di prigionieri russo-ucraini avvenuti alla fine del 2024 e all’inizio del 2025.Si auspica che questa cooperazione produttiva con il Vaticano prosegua positivamente sul fronte umanitario. Il ruolo diretto che potrà avere la Santa Sede nei futuri negoziati rimane incerto, ma i canali di dialogo avviati da Zuppi in collaborazione con la Segreteria di Stato vaticana e le Nunziature a Mosca e Kiev per gli scambi di prigionieri e il ritorno dei minori ucraini deportati in Russia sembrano promettenti.In conclusione, l’approccio equilibrato e misurato adottato dal Papa ha contribuito a favorire questa cooperazione tra il Vaticano e la Russia su questioni umanitarie legate all’Ucraina.
Il ruolo della Santa Sede nella cooperazione umanitaria tra Vaticano e Russia sull’Ucraina.
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