Il saccheggio di Roma del 6 maggio 1527: orrore e brutalità nel racconto di Guicciardini

Date:

06 maggio 2024 – 01:30

Il saccheggio di Roma del 6 maggio 1527, narrato da Guicciardini, rappresenta uno degli episodi più terrificanti e devastanti della storia della città eterna. Durante la guerra della Lega di Cognac, le truppe di Carlo V, tra cui spiccavano i 14mila lanzichenecchi, assalirono Roma con una ferocia inaudita, motivata anche dal loro odio nei confronti della Chiesa, essendo per la maggior parte protestanti.La violenza si scatenò senza freni: stupri, omicidi e torture si diffusero in modo indiscriminato tra la popolazione romana. Inizialmente composta da 55mila abitanti, alla fine del saccheggio la città si vide ridotta a soli 10mila sopravvissuti. Questo tragico evento segnò una svolta nella storia di Roma, mettendo per sempre fine alla presunta inviolabilità della città e del Pontefice.A guidare le truppe barbariche c’era il duca di Borbone, Carlo III, ribelle feudatario francese. Tuttavia, il destino giocò un ruolo crudele nei suoi confronti: proprio nel primo giorno di saccheggio fu colpito mortalmente da un proiettile di cannone. Questo evento drammatico rimase impresso nella memoria collettiva come simbolo dell’orrore e della brutalità che caratterizzarono quel periodo oscuro per la storia romana.

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