Il settore del ‘bello e ben fatto’ in Italia: pilastro dell’economia con un valore di 161,3 miliardi di euro

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Il settore del ‘bello e ben fatto’ in Italia è un pilastro dell’economia, rappresentando ben il 26,2% dell’export nazionale con un valore di 161,3 miliardi di euro. Questo è quanto emerge dal recente rapporto del Centro Studi di Confindustria presentato durante l’evento al Villaggio Italia di Singapore, parte dell’expo itinerante che accompagna il tour mondiale dell’Amerigo Vespucci.La 12ª edizione dello studio ‘Esportare la Dolce Vita’ mette in luce il notevole potenziale di crescita delle eccellenze italiane: le quote di mercato che potrebbero essere conquistate dai concorrenti con una struttura produttiva simile ammontano a 174,5 miliardi di euro. Un miglioramento della capacità produttiva italiana potrebbe tradursi in un aumento delle esportazioni del settore Bbf pari a 53,9 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Questo potenziale si rivela particolarmente significativo nei mercati avanzati, dove i principali Paesi offrono opportunità per 26,8 miliardi di euro, con Stati Uniti, Francia e Germania in testa. Nei mercati emergenti, i primi venti Paesi rappresentano un potenziale di 18,1 miliardi di euro, con Cina, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita ai vertici.Singapore si conferma come hub strategico per il Sud-Est asiatico e come primo mercato nell’Asean per l’Italia. L’80% dell’interscambio commerciale è costituito dalle esportazioni italiane che hanno raggiunto quasi 3 miliardi di euro nel 2023 (+17% rispetto all’anno precedente), segno del grande apprezzamento per i prodotti italiani. Esistono ampi margini di crescita per aumentare la quota di mercato del made in Italy nella regione, con un potenziale incremento per il settore Bbf stimato a 1 miliardo di euro. Le relazioni bilaterali sono supportate dall’accordo di libero scambio con l’Unione Europea e promuovono uno sviluppo economico aperto e inclusivo.Il nuovo studio condotto da Confindustria si focalizza su due aspetti cruciali: le opportunità nei Paesi Asean (dove le esportazioni italiane valgono 9,6 miliardi di euro, tra cui 2,1 del settore Bbf) e la sostenibilità che assume un ruolo sempre più centrale nel sfruttare il potenziale di crescita dell’industria italiana.

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