Il tribunale di Panama ha reso una sentenza storica stamattina, stabilendo che Stefano Conti, un cittadino italiano assolto in primo grado dopo più di 400 giorni di detenzione nel carcere di La Joya, non potrà lasciare il Paese fino al termine del processo di appello. Questa decisione è stata pronunciata senza alcun preavviso e senza che sia stato dato a Conti la possibilità di essere presente in tribunale. I suoi difensori, Valter Biscotti e Vincenzo Randazzo, hanno espresso la loro profonda insoddisfazione e hanno dichiarato che il caso di Stefano Conti diventerà un clamoroso esempio di ingiustizia se non viene trattato con urgenza da tutte le autorità competenti.La sentenza del tribunale panamense rappresenta una grave violazione dei diritti umani e delle libertà individuali. Stefano Conti è stato privato della sua libertà per oltre un anno senza essere stato mai giudicato colpevole, e ora gli viene negata anche la possibilità di rivedere i propri cari dopo l’assoluzione in primo grado.Nel video inviato dai suoi difensori, Stefano Conti ha denunciato le condizioni disumane in cui è stato tenuto detenuto per tutto questo tempo. Ha descritto il carcere di La Joya come una delle prigioni più terribili del mondo e ha raccontato come sia stato costretto a soffrire la fame, la sete e le condizioni igieniche peggiori. La sua unica colpa è stata quella di essere stato accusato ingiustamente di traffico di esseri umani.Il pubblico ministero panamense ha presentato un ricorso per rifare il processo, sostenendo che la sentenza d’assoluzione in primo grado non sia stata correttamente applicata. I difensori di Stefano Conti sostengono che questo ricorso sia una manovra scorretta e che la giustizia venga manipolata a fini politici.Il caso di Stefano Conti rappresenta un clamoroso esempio di ingiustizia e viene richiesto l’intervento immediato delle autorità competenti per risolvere questa situazione.
Il tribunale panamense manda all’aria la libertà di un cittadino italiano con una sentenza storica.
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