24 luglio 2024 – 15:45
L’accusa sostiene che tramite la propria azienda individuale, l’imputato si sia presentato sul mercato come un interlocutore qualificato in grado di rilasciare le certificazioni di conformità CE richieste, ma i documenti autorizzativi erano falsi. Ulteriori indagini condotte dalle autorità fiscali hanno rivelato una consistente disponibilità di beni, nonostante i redditi dichiarati fossero minimi, sospettati di essere il frutto di attività illegali. Di conseguenza, è stato disposto inizialmente il sequestro preventivo e successivamente la confisca delle quote societarie di due imprese con sede in Piemonte e Lombardia, insieme all’intero complesso aziendale e a un’autovettura. Inoltre, è stata applicata la misura cautelare della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza nei confronti dell’imputato per un periodo di tre anni.