08 settembre 2024 – 11:45
Il giudice ha assolto tutti gli imputati, poiché non sussiste il reato. Non vi è responsabilità né nesso causale tra le azioni o inazioni degli amministratori e l’aumento dei livelli di inquinamento, soprattutto per quanto riguarda il superamento significativo delle soglie di PM10. Al contrario, il PM2,5, il biossido di azoto e altre 4 sostanze inquinanti non hanno registrato un superamento rilevante dei limiti imposti dalla legge. È stato solo il PM10 a causare un deterioramento dell’aria con conseguenze penalmente rilevanti.La procura ha contestato che la Regione non abbia agito adeguatamente in mancanza di misure efficaci da parte dei Comuni, utilizzando poteri sostitutivi. Tuttavia, il giudice specifica che la normativa vigente non impone obblighi precisi relativi alla prevenzione dell’inquinamento su nessun soggetto, compreso il presidente della Regione e l’assessore all’ambiente.Le prove scientifiche presentate confermano che l’accumulo di PM10 nell’aria di Torino è principalmente dovuto alle emissioni generate dal traffico veicolare. Pertanto, la colpa ricade sul grande numero di veicoli inquinanti circolanti nella città.Si evidenzia che la principale misura che l’amministrazione pubblica avrebbe dovuto adottare per evitare il superamento dei valori limite consentiti sarebbe stata un divieto quasi totale sull’utilizzo dei mezzi di trasporto a combustione. Tuttavia, tale provvedimento avrebbe comportato criticità rispetto alla libertà di movimento delle persone e alla tutela dell’occupazione e delle attività economiche colpite dal blocco del traffico.Il legale di Fassino, Nicola Gianaria, ha commentato che le motivazioni del giudice confermano le difese presentate e dimostrano che la sede penale non è adatta ad affrontare tali questioni. Questa inchiesta rappresenta un esperimento giuridico senza precedenti in Italia ma non ha avuto successo.
