26 agosto 2024 – 07:12
Il terzo giorno del Convegno ecclesiale di Firenze si è distinto per l’importante momento dell’incontro con l’altro, con il mondo variegato e interreligioso che anima la comunità umana. La giornata ha preso avvio con una preghiera ecumenica guidata dai rappresentanti delle chiese ortodosse, Georgij Blatinskij e dalla pastora della Chiesa Valdese, Letizia Tomassone, sotto la guida del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino. Durante questo momento di comunione spirituale, è emersa la necessità di unire le nostre intenzioni, aspettative e speranze nella preghiera comune dei cristiani.I 2mila delegati presenti al Convegno hanno lavorato attivamente in piccoli gruppi per elaborare proposte destinate alla comunità ecclesiale nei prossimi anni. Durante gli incontri, hanno ricevuto i saluti dei rappresentanti della comunità ebraica e musulmana: Izzedin Elzir, imam di Firenze e presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UCOII), e il rabbino capo della comunità ebraica di Firenze, Jospeh Levi.L’importanza di superare le ombre presenti nelle diverse religioni, in particolare il fondamentalismo che può condurre al terrorismo, è stata sottolineata come obiettivo da raggiungere attraverso la collaborazione costruttiva tra le varie fedi. Un lungo ma indispensabile cammino che richiede la costruzione di ponti anziché muri.Nel suo discorso di saluto, l’Imam di Firenze ha incoraggiato il dialogo come strumento essenziale per avanzare insieme verso un nuovo umanesimo collettivo poiché nessuno può procedere da solo. Questa visione inclusiva parte dalle basi delle nostre realtà quotidiane ed esperienze personali per creare una cultura in cui la diversità diventa fonte di arricchimento reciproco.Nonostante le paure legittime che possano emergere, come ha ricordato il rabbino Levi, è cruciale per le religioni monoteiste basarsi sul patto originario della Genesi per ispirare speranza alle future generazioni. All’interno del Convegno si respira un’atmosfera fiduciosa volta a dare significato a una nuova responsabilità creativa e radicalmente diversa dal passato.
