18 febbraio 2025 – 18:45
Il tramonto tingeva di sfumature arancioni il lungofiume torinese, mentre Willie Peyote si preparava ad incontrare il suo pubblico al Capodoglio. Reduce dall’esperienza sul palco del Teatro Ariston, l’artista subalpino si apprestava a dialogare con i suoi fan e autografare le copie del suo disco “Sulla riva del fiume”, recentemente arricchito da quattro brani inediti. Tra questi spiccava “Grazie ma no grazie”, che lo aveva visto protagonista sul palcoscenico della Riviera.I riflettori di Sanremo erano ormai un ricordo, ma la vittoria annunciata di Olly non aveva sorpreso Willie. La sua cover di un brano di Califano aveva emozionato il pubblico, proprio come l’incontro odierno lungo il fiume dedicato a Gipo Farassino. Due artisti che avevano segnato il percorso creativo dell’eclettico cantautore.La sua ribellione contro le convenzioni sociali e le cene di classe era palpabile nelle sue parole e nella musica che creava. Il mistero che circondava la sua vita privata era una scelta consapevole, mentre nel ruolo di direttore artistico del Capodoglio si adoperava per valorizzare la scena musicale locale.Le polemiche legate alla sua partecipazione a un concerto al centro sociale Askatasuna erano ancora oggetto di indagini in corso, ma ciò non lo distoglieva dal suo impegno artistico e dalla produzione dei suoi messaggi musicali. In particolare, il brano “La legge di Murphy” esprimeva la sua preoccupazione per un futuro distopico in cui l’intelligenza artificiale potesse condizionare la nostra percezione della realtà.Così, tra luci soffuse e note avvolgenti, Willie Peyote si apriva al pubblico torinese sulle sponde del fiume Po, portando con sé non solo la sua musica ma anche una visione critica e consapevole del mondo che lo circondava.