06 ottobre 2024 – 13:45
L’indagine sull’hacker Carmelo Miano, arrestato dalla Polizia Postale per aver violato i server del ministero della Giustizia e di altre aziende italiane, si prospetta lunga e complessa. Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha dichiarato che sono emersi milioni di file audio e video, nonché documenti di vario genere da esaminare attentamente. Dopo l’interrogatorio di garanzia in cui l’hacker ha ammesso gli accessi abusivi senza causare danni secondo la sua percezione, ora si attende la decisione del gip.Il difensore di Miano, Gioacchino Genchi, ha sottolineato la maestria con cui l’hacker avrebbe agito nel penetrare i sistemi informatici vulnerabili, guadagnando milioni di euro nel mercato delle criptovalute senza muoversi dal suo appartamento a Roma. Gli investigatori stanno anche verificando eventuali contatti con esponenti dei servizi segreti, aspetto che sarà approfondito nei prossimi interrogatori.Il legale ha presentato un’istanza al Riesame di Napoli per richiedere una riduzione della misura cautelare detentiva sostenendo l’assenza di pericolo di fuga o rischio di reiterazione dei reati contestati. Inoltre, il difensore sostiene che le procure di Napoli e Roma sarebbero incompetenti funzionalmente nell’affrontare il caso e propone il trasferimento del dossier alla Procura di Perugia.Durante l’interrogatorio, Miano ha ammesso di aver consultato le email di vari magistrati in diverse città italiane e addirittura utilizzato la password di un pm per accedere a materiale investigativo sensibile. Si è anche scoperto che si era collegato a un portale russo specializzato nella compravendita di dati sensibili come password e informazioni bancarie.A Gela pende su Miano un procedimento per riciclaggio dal 2021: la procura ha restituito all’hacker tutte le copie forensi degli hard disk sequestrati in precedenza dalla Guardia di Finanza su istanza del suo legale. La vicenda continua a suscitare interesse e preoccupazione per la sicurezza informatica in Italia.