20 maggio 2024 – 14:59
Gianfranco Miccich, l’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, è attualmente coinvolto in un’indagine condotta dai magistrati di Palermo per peculato, truffa e false attestazioni. L’accusa principale riguarda l’utilizzo improprio dell’auto di servizio assegnatagli per fini personali anzicheeacute; istituzionali. Insieme alle accuse mossegli, è stata notificata anche la misura cautelare del divieto di dimora a Cefal. I pubblici ministeri contestano a Miccich di aver confermato le false missioni di servizio dichiarate da Maurizio Messina, dipendente Ars e coindagato, che agiva come suo autista.Le accuse si concentrano su 33 episodi in cui Miccich avrebbe gestito in modo arbitrario e personalistico l’utilizzo dell’autovettura di servizio. Il suo autista avrebbe svolto compiti diversi da conducente a corriere, trasportatore e portaordini, soddisfacendo le richieste del politico senza rispettare le regole istituzionali. Nonostante risiedesse a Cefal, Miccich avrebbe fatto impegnare ripetutamente il tragitto Palermo-Cefal per motivi personali come accompagnare il suo factotum o consegnargli cibo per compleanni o necessità quotidiane.Inoltre, secondo l’accusa, il veicolo sarebbe stato utilizzato anche per trasportare cocaina al politico e recapitargli cibo acquistato presso il ristorante dell’amico Mario Ferro, chef coinvolto in un’indagine per spaccio di droga. Il giudice ha sottolineato che ogni viaggio comportava un impegno significativo da parte dell’autista che veniva ricompensato con una retribuzione supplementare non dovuta.Queste azioni hanno portato all’arresto dello chef amico di Miccich e hanno evidenziato uno schema di abuso sistematico delle risorse pubbliche a fini privati. La vicenda mette in luce gravi violazioni dell’etica pubblica e della correttezza istituzionale da parte del politico siciliano, gettando ombra sulla sua condotta professionale e personale.