La procura di Prato ha avviato un’indagine approfondita sul deposito Eni di Calenzano, a seguito dell’esplosione che ha causato il sequestro dell’impianto e l’interruzione delle attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione di carburanti. I consulenti incaricati hanno 60 giorni di tempo per redigere una relazione tecnica dettagliata sull’accaduto. La procura ha suddiviso il lavoro in due gruppi: uno composto da esperti di esplosivi e l’altro da tecnici specializzati in impianti industriali e sicurezza sul lavoro.L’obiettivo principale dell’inchiesta è individuare eventuali responsabilità attive o passive legate all’incidente, valutando i rischi generici e specifici connessi alla gestione dell’impianto. In particolare, si sta analizzando attentamente la situazione delle tre corsie di carico coinvolte nell’esplosione, focalizzandosi sulla manutenzione in corso al momento dell’accaduto. Si sospetta che la baia 6 sia stata il punto critico dell’esplosione, mentre la baia 7 ospitava un’autocisterna e la baia 5 era interessata da interventi agli aspiratori dei vapori.Le indagini mirano a chiarire se le operazioni di manutenzione erano già in corso al momento dell’esplosione o se dovevano ancora essere avviate, come dichiarato dall’Eni. È fondamentale stabilire se le procedure di sicurezza erano state correttamente seguite e se eventuali negligenze abbiano contribuito all’accaduto. La procura si impegna a individuare le cause dell’incidente per garantire la massima tutela della sicurezza sul luogo di lavoro e prevenire futuri rischi per la salute pubblica e l’ambiente circostante.
Indagine sulla esplosione al deposito Eni di Calenzano: consulenti incaricati per relazione tecnica dettagliata
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