Indagini in corso sulla presenza della mafia a Bari, la commissione ministeriale si attiva per contrastare la criminalità organizzata.

Date:

26 marzo 2024 – 14:10

La commissione d’inchiesta incaricata dal Ministero dell’Interno, con il compito di accertare la presunta presenza di infiltrazioni mafiose e eventualmente sciogliere il consiglio comunale di Bari, ha avviato ufficialmente le sue attività oggi.I tre membri, il presidente Claudio Sammartino, prefetto in pensione; Antonio Giannelli, viceprefetto; e Pio Giuseppe Stola, maggiore della Scico (il servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata della guardia di finanza), hanno stabilito il loro quartier generale presso la prefettura. Qui hanno iniziato a esaminare attentamente il voluminoso dossier della Direzione distrettuale antimafia (Dda) contenente le accuse che hanno portato all’arresto lo scorso febbraio di 130 individui, tra cui la consigliera comunale Carmen Lorusso e suo marito Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, accusati di voto di scambio politico-mafioso. Inoltre, l’amministrazione comunale ha presentato un dossier dettagliato con migliaia di pagine sulle attività antimafia del Comune sotto la guida del sindaco Antonio Decaro.La commissione ha l’autorità per richiedere ulteriore documentazione e condurre udienze. I tre commissari dispongono di tre mesi per redigere una relazione da presentare al prefetto, con possibilità di proroga fino a sei mesi. Solo a quel punto il prefetto dovrà trarre le conclusioni e formulare una proposta da sottoporre al ministro dell’Interno. Qualora si rendesse necessario lo scioglimento del consiglio comunale, ciò potrà avvenire tramite decreto del presidente della Repubblica su proposta del ministro dell’Interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla consegna della relazione. Tale provvedimento influirebbe sul nuovo consiglio comunale in procinto delle elezioni dell’8 e 9 giugno prossimi. Ieri i commissari si sono incontrati con il sindaco Decaro e il direttore generale del Comune Davide Pellegrino.Il compito principale della commissione sarà quello di verificare – come specificato dall’articolo 143 del testo unico degli enti locali – l’esistenza di “elementi concreti, chiari e significativi riguardanti collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di stampo mafioso o simile da parte degli amministratori locali o forme di condizionamento che possano alterare la formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi compromettendo così il regolare funzionamento delle istituzioni locali”.

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