30 luglio 2024 – 09:45
La vicenda dei due ingegneri finiti sui giornali per un’accusa infamante di aver reso la vita impossibile alla loro vicina di casa a causa del rumore provocato dal figlio piccolo ha destato scalpore. Dopo mesi di processo per stalking, difesi dagli avvocati Gianni Iacono e Pasqualino Ciricosta, la coppia è stata assolta con formula piena in quanto il fatto non sussiste. Le accuse della vicina includevano sabotaggi come tagli ai cavi internet e al gas, costruzione di un muro per coprire i contatori e installazione di telecamere per spiare i movimenti. Tuttavia, il giudice Paolo Gallo ha stabilito che le accuse erano infondate, sostenendo che la presunta vittima era coinvolta in una lotta reciproca con i vicini.Durante il processo sono emerse contraddizioni nella testimonianza della vicina, che ha mostrato incertezze e incongruenze nei suoi racconti. In particolare, la sua segnalazione di un abuso edilizio riguardante il muro costruito dai vicini è stata smontata durante il dibattimento. Anche una rissa nel garage comune ha evidenziato uno scontro fisico tra le parti coinvolte.Il giudice ha anche evidenziato l’opportunismo dell’accusatrice, che non svuotava regolarmente i bidoni dell’immondizia pur usufruendone abitualmente. L’installazione strategica di una scala a libro nel suo garage è stata interpretata come un tentativo deliberato di disturbare i vicini.In definitiva, il caso non si è configurato come persecuzione ma piuttosto come una serie di dispetti reciproci tra le parti coinvolte. La denuncia penale sembra essere stata l’epilogo di una rivalità che si è fatta sempre più intensa nel tempo.