03 dicembre 2024 – 18:01
Il giovane Sohaib Teima, detenuto nel carcere di Torino e accusato dell’omicidio della sua ex compagna Auriane Nathalie Laisne, continua a proclamare la sua innocenza. Dopo quasi otto mesi di reclusione, ha finalmente potuto incontrare i suoi legali italiani per discutere della sua difesa. Nonostante il grave peso della prigionia su di lui, Teima si è presentato davanti agli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra ribadendo con fermezza di non essere il responsabile del terribile crimine. Secondo la versione fornita dall’accusa, la coppia sarebbe giunta in Valle d’Aosta il 25 marzo e l’omicidio sarebbe avvenuto tra il 26 e il 27 dello stesso mese, con Teima che è stato successivamente arrestato a Grenoble l’11 aprile.L’avvocata Lupi ha descritto lo stato fisico e mentale del giovane come provato e notevolmente dimagrito a causa dei mesi trascorsi dietro le sbarre. Questo primo incontro diretto è stato cruciale per pianificare al meglio la strategia difensiva da adottare nei confronti delle accuse mosse dalla procura di Aosta. Nonostante le difficoltà incontrate durante la detenzione in Francia e l’estradizione in Italia avvenuta il 18 novembre, Teima ha costantemente mantenuto la stessa versione dei fatti senza mai contraddirsi.Le autorità giudiziarie sostengono che si tratti di un caso di femminicidio, accusando Teima di aver ucciso brutalmente la sua ex fidanzata con una coltellata alla gola e successivamente cercato di depistare le indagini rimuovendo documenti e telefono cellulare della vittima. Inoltre, si ritiene che abbia fatto sparire l’arma del delitto, mai ritrovata fino ad ora. Il corpo senza vita di Auriane Laisne è stato rinvenuto il 5 aprile tra i resti di una chiesetta nel deserto villaggio disabitato di Equilivaz, nei pressi de La Salle.Nonostante le prove schiaccianti raccolte dagli inquirenti, Sohaib Teima continua a sostenere con forza la sua innocenza sperando che gli elementi forniti dai suoi legali possano contribuire a scagionarlo dalle gravi accuse che lo vedono coinvolto in un caso così tragico e controverso.