13 marzo 2024 – 21:12
L’indagine condotta dalla Procura di Milano sul presunto prezzo di vendita non effettivamente avvenuto del Milan ha portato alla luce una serie di dubbi che coinvolgono l’amministratore delegato del club Giorgio Furlani, il suo predecessore Ivan Gazidis e altre due persone. Queste figure sono accusate di ostacolare l’attività di vigilanza della Figc, fornendo informazioni non corrette sulla reale proprietà della società. Le perquisizioni e i sequestri di apparati informatici e telefonici hanno permesso di individuare una serie di parole chiave per rintracciare mail, chat e documenti che possano confermare o smentire il sospetto che la titolarità delle azioni sia ancora in capo ad Elliott.Oltre all’ipotesi riguardante la proprietà effettiva della società, l’inchiesta si estende anche ai motivi che hanno guidato l’operazione di compravendita, al fine di verificare se ci siano interessi nascosti dietro questo affare. Un’altra questione su cui si concentrano le indagini è il prezzo ufficiale pagato per l’acquisto del Milan: un miliardo e 200 milioni di euro, cifra considerata eccessiva da molti addetti ai lavori nel mondo del calcio.La ricostruzione degli inquirenti milanesi è stata contestata da RedBird e dai suoi sottoscrittori, i quali affermano di possedere quasi il 100% delle azioni del AC Milan, mentre solo lo 0,07% è detenuto da singoli azionisti italiani storici del club. Questa intricata vicenda mette in discussione non solo la trasparenza dell’operazione ma anche la gestione stessa del club rossonero, lasciando aperti numerosi interrogativi sul futuro dell’iconica squadra calcistica italiana.