Jean Cocteau, figura poliedrica e enigmatica del panorama artistico del Novecento, viene ritratto da Philippe Halsman nel 1949 come un Shiva moderno, un genio a sei braccia capace di destreggiarsi tra pennello, penna, forbici, libro aperto e sigaretta accesa. Quest’immagine emblematica rivela la complessità e la varietà delle sue forme espressive: artista, scrittore, cineasta, drammaturgo, critico e poeta. La mostra “Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere” a Venezia svela al pubblico la sua ricerca artistica attraverso 150 opere che spaziano dai disegni ai film, dai gioielli agli arazzi.Cocteau, definito il “ragazzo terribile” della cultura francese per il romanzo “Les enfants terribles”, era un visionario che sfidava le convenzioni sociali con la sua arte eclettica e provocatoria. La sofferenza per l’arte, la dipendenza dall’oppio e lo scandalo facevano parte integrante della sua vita boheeacute;mien parigina. Peggy Guggenheim lo descrive come un giocoliere straordinario capace di superare ogni aspettativa.La mostra mette in luce anche il legame speciale tra Cocteau e la mecenate Peggy Guggenheim, testimoniato da visite frequenti a Venezia. Le sue opere teatrali e cinematografiche ispirate al mito di Orfeo raccontano storie di amori sensuali e ironici. Il design dei suoi gioielli e le illustrazioni dei libri rivelano un’estetica unica che continua a influenzare l’arte contemporanea.Uno degli elementi centrali dell’esposizione è il confronto tra il film “Orfeo” del 1950 con Jean Marais e l’opera di Felix Gonzalez-Torres “Senza titolo (Orfeo, due volte)” del 1991. Entrambe riflettono sul tema della dualità tra vita e morte attraverso simbologie suggestive come lo specchio.Karole P.B. Vail sottolinea come Cocteau possa essere ancora oggi un modello ispiratore per gli artisti emergenti, dimostrando che non esiste un’unica strada per essere creativi. La mostra a Venezia celebra dunque l’eredità artistica di questo genio poliedrico che ha saputo trasformare ogni forma espressiva in una performance magistrale.
“Jean Cocteau: il genio poliedrico tra mito e provocazione”
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