Nel cuore di un paesino della Moravia, la storia di Jenůfa si dipana come un dramma avvincente e struggente, in cui si intrecciano passioni, segreti e tradimenti. La giovane protagonista, figlia adottiva della rigida sagrestana Kostelnička, si trova al centro di una rete di inganni e sofferenze che minacciano di spezzarle l’anima. Il suo amore per Števa, l’uomo che l’ha sedotta e abbandonata, si scontra con la gelosia malata di Laca, il ragazzo innamorato che finisce per sfregiarla nel tentativo disperato di attirare la sua attenzione.In questo microcosmo rurale dalle regole implacabili e dai destini segnati, Jenůfa si ritrova prigioniera della vergogna e dell’ingiustizia sociale. Costretta a nascondere la sua gravidanza e a subire le conseguenze del suo amore proibito, viene accusata ingiustamente di un crimine orribile: l’infanticidio del figlio nato dal peccato. Ma è proprio la matrigna Kostelnička a compiere l’atto estremo per proteggere la reputazione della famiglia e garantire un futuro dignitoso alla figlia.Nell’allestimento rivoluzionario proposto da Claus Guth, le scene si tingono di simbolismo e suggestione: alte mura di legno circondano i personaggi come se fossero prigionieri delle loro stesse scelte e dei condizionamenti sociali. L’estetica realista lascia spazio a una dimensione più universale e metafisica, in cui il rumore costante della ruota del mulino diventa il battito ossessivo del destino che incombe su tutti.Attraverso la musica intensa e coinvolgente di Janáček, le voci potenti di artisti straordinari come Cornelia Beskow e Karita Mattila danno vita ai tormenti interiori dei personaggi, alle passioni travolgenti che li consumano. E mentre il sipario si chiude sulla redenzione finale di Jenůfa attraverso il perdono e l’amore vero con Laca, lo spettatore resta rapito dall’intensità emotiva di un capolavoro senza tempo che continua a parlare all’anima umana nei suoi conflitti più profondi.
“Jenůfa: un dramma avvincente e struggente nel cuore della Moravia”
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