Jerry Calà, il popolo è esausto della censura del pensiero.

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18 dicembre 2023 – 20:12

Meglio oggi o quarant’anni fa? Secondo Jerry Calà la risposta è chiara: meglio il 1983, l’anno delle Vacanze di Natale dei Vanzina, considerato il precursore dei cinepanettoni, che è stato appena celebrato a Cortina e sarà proiettato solo per un giorno, il 30 dicembre, grazie a Nexo Digital. “La gente è stufa del politicamente corretto, non ne può più. I ragazzi che guardano i film degli anni Ottanta mi dicono: voi eravate molto più liberi”. Queste sono le parole dell’attore-regista durante la presentazione di Chi ha rapito Jerry Calà? a Roma, in sala dal 19 dicembre su tutte le principali piattaforme come CGtv, Prime Video, Apple Tv, iTunes, Google Play e Chili.Jerry Calà continua ad esprimere la sua opinione: “Pur rimanendo nel rispetto della legge, questi film dovrebbero essere realizzati comunque. In questo Paese può succedere di tutto; ho avuto mille problemi per aver detto a Che tempo che fa: ‘ho ballato con un trans’, perché non si può dire”.Il film racconta la storia di una banda di aspiranti criminali che decide di rapire Jerry Calà con l’intento di ottenere un riscatto. Presto scopriranno però che le cose non sono esattamente come avevano immaginato. Nel cast del film ci sono gli amici del comico Mara Venier e Umberto Smaila e suo figlio Johnny nel ruolo di se stessi. Alla fine appare anche Massimo Boldi in persona, dichiarandosi disponibile a pagare il riscatto. Nel film è presente anche il brano S’anno arrubbate a Jerry Calà (D.Franzese/C.Maccaro/C.Calà) interpretato da Clementino.Ma come è nata l’idea del film? “È stata un’idea di amici comuni e produttori, un’idea folle che inizialmente ho respinto. Solo in seguito ho iniziato a vedere tutta l’ironia che c’era e ho cambiato idea”, spiega Calà. E perché tanto sarcasmo nei confronti degli intellettuali? “Rispondo con un esempio: Marco Ferreri mi disse, mentre giravamo nel 1993 Diario di un vizio: vedi, se adesso in questa scena faccio passare un nano, tra dieci anni ci scrivono quattro libri”.E come è stato girare a Napoli? “È stata un’esperienza meravigliosa, la preparazione di questo film è stata la mia più grande passione. Ho trovato attori eccezionali in questa città; dal punto di vista dello spettacolo, Napoli è come uno stato autonomo”.Perché gli amici nel film non dimostrano di essere tali? “Gli amici veri sono quelli che hai fin dall’infanzia; tra i colleghi è difficile trovarne. Alla fine delle riprese si dice sempre ‘ci vediamo dopo’, ma non accade mai. Usare la parola ‘amicizia’ tra attori è esagerato”.Come si spiega il successo delle Vacanze di Natale? “I Vanzina hanno avuto il coraggio di riportare la cattiveria nella commedia, raccontando un mondo cafonissimo. Hanno creato una sorta di instant movie sulle persone che frequentavano Cortina”.Cosa si aspetta per il futuro? “Mi piacerebbe essere diretto da un regista molto talentuoso, capace di mettere in risalto la mia maturità come attore. Come regista, vorrei fare un film in cui non recito anche io. È troppo stressante”.

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