La caccia al quattordicenne di Mori tra Trento e Venezia: una mappa in movimento dei telefoni cellulari.

Nella tarda mattinata di lunedì 7 aprile, un’ansia collettiva si è impossessata della cittadinanza di Mori, piccolo comune in provincia autonoma di Trento, quando la famiglia di un quattordicenne, che viveva sotto il tetto dei nonni, ha annunciato la sua scomparsa. La denuncia ai carabinieri era stata depositata con estrema celerità, insieme a una drammatica richiesta di aiuto rivolta alla comunità locale attraverso le pagine del quotidiano l’Adige. L’inquietudine è subito balzata alle cronache anche grazie al contributo dell’azienda petrolifera OMV che con un comunicato stampa aveva offerto la propria disponibilità per fornire utili indizi e informazioni per la caccia al ragazzo scomparso. I genitori della vittima hanno comunicato alla polizia di aver ricevuto notizie del figlio solo alcune ore prima da un numero privato. Questo fatto sembrerebbe confermare il primo pensiero dei carabinieri, ovvero che il giovane non sia mai fuggito con l’intento di allontanarsi dalla sua famiglia e dal suo ambiente.La pista principale della caccia al quattordicenne scomparso si è aperta sulla base delle ultime notizie ricevute da parte del ragazzo. Secondo quanto riportato dalle indagini, il quattordicenne avrebbe comunicato di trovarsi in provincia di Venezia, ma le successive notizie hanno fatto cambiare direzione alla caccia al ragazzo scomparso.In particolare la famiglia, dopo aver ricevuto notizie dal figlio che si trovava a Brescia, ha dovuto fare i conti anche con il comunicato del giovane secondo cui egli sarebbe stato in Emilia. Queste informazioni sono state fornite attraverso un telefono cellulare il cui codice IMEI è stato individuato e monitorato per cercare di capire dove si trovasse effettivamente.Queste ipotesi sembrerebbero non essere sufficientemente concrete, ma la famiglia del ragazzo scomparso insiste nel chiedere informazioni e notizie su qualunque cosa possa far tornare a casa il giovane.