La cancellazione di crediti contributivi a carico dello stato entro 2028

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Lo Stato dovrà assorbire entro il 2028 il peso finanziario derivante dalla cancellazione di crediti contributivi pregressi, complessivamente valutati in 6,6 miliardi di euro, a beneficio delle pensioni dei dipendenti. Tale impegno sarà necessario per ripristinare la solidità finanziaria dell’Inps e garantire l’erogazione dei benefici previdenziali anche nei confronti degli aventi diritto che hanno subito il mancato versamento di contributi.Si tratta, in particolare, della riduzione dei crediti contributivi fino al 2015, introdotti mediante tre provvedimenti legislativi approvati tra il 2018 e il 2022. Queste disposizioni hanno consentito alle aziende di cancellare i propri debiti fiscali verso l’Inps, con la conseguenza che gli stessi non sono stati più versati al sistema previdenziale.Nonostante tale mancato pagamento dei contributi, per i dipendenti aventi diritto, l’erogazione delle prestazioni previdenziali è automatica. Pertanto, il montante contributivo di ciascun lavoratore è rimasto invariato, salvo il solo effetto della cancellazione dei crediti contributivi. Il peso finanziario derivante da tale stralcio dovrà essere coperto con i proventi generati dalla fiscalità generale, in modo da garantire la solidità del sistema previdenziale e l’erogazione delle prestazioni ai lavoratori aventi diritto.Nel momento di determinare gli importi dei trasferimenti dallo Stato all’Inps per le annualità successive, dovrà essere preso in considerazione il peso aggiuntivo che questa cancellazione comporta per la previdenza generale.

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