La Cgil denuncia l’incertezza sui contributi Irpef per il 2025: una situazione in stallo.

La Camera dei deputati è stata chiamata a esaminare un emendamento presentato dalla Lega, firmano Gusmeroli, che mirava a correggere gli acconti Irpef nel decreto P.A. L’emendamento, tuttavia, non è stato accolto e si trova ora in stallo.La Cgil aveva già denunciato la problematicità della situazione, sottolineando come gli acconti per il 2025 sarebbero stati calcolati sulla base delle aliquote di quattro scaglioni, ormai superate. In pratica, questo significherebbe che i lavoratori dipendenti e pensionati pagherebbero le rate Irpef con un sistema più gravoso rispetto a quello attuale.L’emendamento presentato dalla Lega cercava di evitare questa situazione e di fornire una soluzione per non penalizzare i soggetti interessati. La proposta prevedeva che gli acconti Irpef del 2025 dovessero essere calcolati sulla base dei dati reddituali e di imposta relativi all’anno solare 2024, ovvero l’ultima data disponibile prima dell’introduzione delle nuove aliquote.Il punto chiave del problema sta nella necessità per i lavoratori di pagare gli acconti con il vecchio regime a quattro scaglioni, che non è più applicabile. Questo significa una maggiore imposizione fiscale, in netta sproporzione rispetto al sistema attuale a tre aliquote.La Commissione Affari costituzionali e Lavoro ha ritenuto l’emendamento inammissibile, lasciando i lavoratori dipendenti e pensionati nella incertezza e aumentando le preoccupazioni per la loro situazione finanziaria. La Cgil aveva già espresso la propria posizione sulla questione, evidenziando come si trattasse di un problema importante che andava affrontato con sollecitudine.La decisione della Commissione rappresenta ora una sfida in più per i soggetti coinvolti, specialmente in considerazione dell’impatto sul settore del pubblico impiego. Questo caso sottolinea la necessità di attenzione e tempestività nel trattamento delle proposte emendative relative ai contributi fiscali.

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