La Cina ha ribadito la sua opposizione alla “politicizzazione” delle questioni legate alla tecnologia e al commercio, in risposta alle critiche mosse dal vicepresidente americano Jd Vance durante il Summit sull’Intelligenza Artificiale a Parigi. Le parole di Vance che accusavano i “regimi autoritari” di utilizzare l’intelligenza artificiale per controllare i cittadini sono state respinte dal portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun. Quest’ultimo ha sottolineato il rifiuto delle pratiche che basano le decisioni su ideologie, generalizzano concetti di sicurezza nazionale e politicizzano questioni economiche, commerciali e tecnologiche. La posizione della Cina riflette la sua volontà di difendere la propria visione del progresso tecnologico e dello sviluppo economico senza interferenze esterne o strumentalizzazioni politiche. Questo atteggiamento evidenzia la determinazione cinese a preservare la propria sovranità decisionale e a garantire un approccio equilibrato ed aperto alle sfide globali legate all’intelligenza artificiale e ai suoi impatti sulla società.
La Cina difende la sua visione tecnologica contro le critiche degli Stati Uniti
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