28 maggio 2024 – 10:40
Il clima della stanza è teso, carico di tensione e silenzi pesanti interrotti solo dal respiro affannoso dell’imputato. “Devo raccontare la verità”, sussurra Alessandro Impagnatiello, con voce ferma ma carica di rimorso. Ogni parola che pronuncia sembra pesare come un macigno sul suo cuore, mentre ripercorre con precisione chirurgica gli eventi drammatici che hanno portato alla morte crudele di Giulia Tramontano. Le sue mani tremano leggermente, ma il suo sguardo è fisso, determinato a non sgretolarsi davanti al tribunale.Le immagini di quell’atroce giorno si dipanano davanti ai giudici come un film muto e spaventoso: l’appartamento tranquillo trasformato in un teatro di orrore, il coltello scintillante tra le dita tremanti dell’accusato, la vittima ignara girarsi verso il suo carnefice. “Ho agito senza pensarci”, ammette Impagnatiello con voce spezzata dall’emozione contenuta. E poi quel momento terribile in cui ha piovuto su Giulia una pioggia di coltellate, quaranta sette ferite inferte con una precisione da macellaio.La sala d’udienza è avvolta nel gelo del terrore e della disperazione mentre l’ex barista cerca di dare un senso a un gesto insensato. Le domande dei giudici lo martellano come lame affilate, costringendolo a rivivere ogni istante di quella notte funesta. E lui risponde con onestà crudele, senza cercare scuse o attenuanti per il suo atto insensato.Alessandro Impagnatiello si ritrova solo al centro di un vortice di dolore e rimorso, consapevole che nulla potrà mai cancellare il sangue versato neeacute; lenire la sofferenza delle famiglie coinvolte. La sua voce si spegne lentamente mentre conclude il suo racconto devastante, lasciando un silenzio tombale a regnare sovrano nella sala d’udienza.