19 febbraio 2025 – 12:01
La Corte costituzionale si troverà ad affrontare la delicata questione degli aumenti delle tariffe autostradali, sollevata dal Consiglio di Stato in merito al decreto legge Milleproroghe del 2019. Questo decreto, promosso dal governo di Giuseppe Conte, ha bloccato gli aumenti tariffari per diverse concessionarie autostradali, determinando un ritardo nell’aggiornamento del Piano economico finanziario (Pef) e nell’adeguamento delle tariffe. La decisione della Consulta è stata indirizzata su due ricorsi presentati dalla Rav spa, società che gestisce il tratto di autostrada A5 tra Aosta e il tunnel del Monte Bianco. La Rav ha contestato il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, chiedendo gli incrementi tariffari negati per il 2020 e il 2021 in base a una convenzione precedentemente stipulata. Il Tar della Valle d’Aosta aveva respinto le richieste della società controllata indirettamente da Autostrade per l’Italia e partecipata dalla Regione. Secondo il Consiglio di Stato, la posticipazione dei termini procedimentali ha generato distorsioni poiché ha alterato la corrispondenza tra fruizione del servizio e pagamento del pedaggio, creando disagi per i futuri utenti che potrebbero non ricevere i servizi corrispondenti ai pedaggi versati. I giudici hanno sottolineato come il blocco delle tariffe abbia impedito alle imprese di pianificare adeguatamente le risorse necessarie all’esercizio dell’attività economica, violando così l’articolo 41 della Costituzione che garantisce la libertà dell’iniziativa economica privata. La questione sollevata riguarda diversi articoli del Milleproroghe ed è stata rinviata alla Corte costituzionale nel mese di gennaio. Recentemente, il Consiglio di Stato ha sospeso un altro ricorso della Rav che chiedeva un aumento significativo delle tariffe per il 2023, in attesa della pronuncia della Consulta. La società aveva richiesto anche un incremento tariffario per il 2024 superiore a quanto concesso dal ministero, evidenziando una complessa situazione giuridica che dovrà essere risolta dall’autorità competente.