La Corte costituzionale ha recentemente affermato che l’assegnazione del 95% delle risorse pubbliche alle prime cento emittenti televisive locali in graduatoria, e solo il restante 5% alle altre, non viola i principi di pluralismo informativo e concorrenza. Ciò rappresenta un ulteriore passo nella direzione della definizione dei parametri del ruolo pubblico delle emittenti televisive locali.L’odierna società di massa ha bisogno di una maggiore quantità di notizie in grado di suscitare interesse e dibattito tra i cittadini, tuttavia ciò non significa necessariamente che tutte le voci debbano essere udite. L’enorme quantità delle informazioni disponibili oggi rischia di rendere difficile discernere quali sono quelle più attendibili e veritiere.I giornalisti giocano un ruolo fondamentale nel fornire alla società una visione critica degli avvenimenti, in quanto non solo raccontatori ma anche interpreti dei fatti. Essi svolgono un compito particolarmente delicato nella società di massa odierna, dovendo cercare di selezionare tra le informazioni e le notizie disponibili quelle più importanti e significative.
La Corte costituzionale afferma che la distribuzione delle risorse pubbliche non viola il pluralismo informativo.
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