La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che la normativa italiana che prevede l’acquisizione a titolo gratuito delle opere non amovibili costruite sulle spiagge al termine di una concessione non costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento. Questa decisione è stata presa in seguito al ricorso presentato dalla Società italiana imprese balneari contro il Comune di Rosignano Marittimo (Livorno). La sentenza della Corte sottolinea l’importanza di bilanciare gli interessi pubblici e privati nel settore delle attività balneari, garantendo al contempo il rispetto delle normative comunitarie. La questione sollevata riguardava la possibilità per lo Stato italiano di acquisire le opere presenti sulle spiagge senza ledere la libertà economica dei gestori degli stabilimenti balneari. La Corte ha quindi chiarito che tale pratica non costituisce un ostacolo alla libera concorrenza e all’esercizio dell’attività economica, ma piuttosto rappresenta un modo per tutelare l’ambiente marino e garantire un utilizzo sostenibile delle risorse costiere. In questo contesto, emerge la necessità di armonizzare le normative nazionali con i principi comunitari al fine di promuovere uno sviluppo equilibrato e responsabile del settore turistico-balneare in Europa.
La Corte UE: acquisizione opere balneari non ostacola libertà economica
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