05 gennaio 2025 – 11:45
La dimora di Carlo Levi, situata al primo piano di via Bezzecca 11, rappresentava per lui uno spazio privilegiato in cui dedicarsi alla pittura. Tuttavia, non era l’unica stanza che amava: la camera con vista sulla città e sul suggestivo scenario della Val di Susa catturava la sua attenzione per via della particolare luminosità che vi penetrava. A parlare di queste sue predilezioni è Marco Cancelli, medico in pensione e stretto parente di Levi.Il villino liberty bianco e fiabesco, immerso nell’ombra del Monte del Cappuccini, è il luogo in cui Carlo Levi ha visto la luce nel 1902. Qui ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza che lo hanno plasmato come individuo eclettico: scrittore, pittore, saggista e politico antifascista. Gigliola De Donato lo definisce “il torinese del Sud”, un uomo profondamente colpito ed affascinato dalla terra di Aliano, dove fu relegato.Il legame indissolubile tra la Basilicata e Torino trova la sua massima espressione nell’opera monumentale “Lucania 61”, un capolavoro lungo ben 18 metri. Attualmente custodita a Matera, questa opera sarà presentata al pubblico giovedì prossimo dopo essere stata completamente restaurata grazie all’intervento della Fondazione Amendola.L’impegno congiunto del Circolo dei Lettori, della Fondazione Amendola e della Fondazione Carlo Levi nella valorizzazione della memoria mira a restituire all’uomo Carlo Levi tutta la sua complessità anche attraverso una chiave interpretativa più contemporanea.
