14 marzo 2025 – 10:01
Il recente dibattito riguardante la distinzione tra corteggiamento e stalking ha suscitato un notevole clamore, soprattutto a causa della composizione interamente femminile del collegio giudicante che si è occupato della questione. Questo ha contribuito a evitare possibili accusazioni di maschilismo nell’analisi del caso. La presidente del Tar della Valle d’Aosta, Giuseppina Adamo, ha sottolineato questo punto durante il suo intervento in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario 2025.La sentenza emessa dal collegio presieduto da Adamo e redatta da Jessica Bonetto lo scorso dicembre ha annullato l’ammonimento del questore nei confronti di un uomo che aveva manifestato interesse romantico nei confronti di una maestra che insegnava alle sue due figlie. Secondo i giudici coinvolti, i comportamenti dell’uomo erano innocui e non costituivano una minaccia.Se da un lato la comunicazione di questa decisione appare chiara e comprensibile per la giudice, dall’altro emerge una problematica relativa all’applicazione delle misure preventive. Queste devono essere gestite con attenzione e competenza da parte di funzionari esperti, in quanto comportano responsabilità significative nel loro utilizzo.L’utilizzo di tali strumenti preventivi presenta un ampio margine di discrezionalità e atipicità, poiché è necessario prevedere eventi futuri anziché limitarsi a ricostruire fatti passati come avviene nelle indagini investigative. Questa prassi è sempre più oggetto di discussione da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.Secondo la presidente del Tar della Valle d’Aosta, è importante considerare l’aspetto punitivo anche delle misure amministrative, equiparandole a vere e proprie sanzioni che richiedono un trattamento adeguato. Questa prospettiva panpenalistica rappresenta una novità rispetto alla tradizione italiana e merita quindi particolare attenzione nelle future valutazioni in materia legale.
