La notte del 20 aprile di cento anni fa, la città di Pittsburgh si fermò per tributare un ultimo applauso a Eleonora Duse, la grande attrice afflitta dalla tubercolosi e colpita da una polmonite fatale. Il 21 aprile 1924 segnò la fine di un’epoca teatrale caratterizzata dai furori romantici e dalla gestualità esagerata, ma anche l’inizio di un nuovo modello di attrice moderna. Eleonora Duse, conosciuta come “la Divina”, incarnava la naturalezza, l’empatia e la sobrietà sia nella voce che nel corpo, anticipando così lo stile delle attrici contemporanee.Sebbene abbia avuto una lunga collaborazione artistica con Gabriele d’Annunzio, Eleonora Duse rappresentava l’opposto dell’estetica enfatica e artificiosa del poeta: il suo repertorio autentico includeva opere di Henrik Ibsen, dopo aver ottenuto successi legati al naturalismo di Zola e Verga o alla passionalità degli Scapigliati. La sua scomparsa lasciò un vuoto nel mondo teatrale ma ha lasciato un’eredità duratura per le generazioni future di attrici che aspirano alla verità e all’essenza dell’arte drammatica.
“La Divina Eleonora Duse: eredità per le attrici moderne”
Date: