05 dicembre 2024 – 13:22
Roberta Bruzzone, esperta psicologa e criminologa, ci conduce in un viaggio nella complessa mente di Narciso. Nonostante il panorama mediatico sia dominato da dinamiche diverse, la Rai rimane un baluardo del servizio pubblico. Tuttavia, sorge spontanea la domanda su come sia possibile trasmettere una docuserie che tratti in modo innovativo e approfondito il tema del narcisismo, senza scadere nell’autopromozione della stessa conduttrice, nota opinionista Wikipedia.L’immagine curata e dark di Bruzzone, con tatuaggi e abiti suggestivi, suggerisce un profondo interesse per il narcisismo come fenomeno psicologico. Per chi soffre di questo disturbo, la realtà si limita ai propri processi mentali e alle manifestazioni pubbliche continue. Tuttavia, è importante sottolineare che non tutti possono comprendere appieno le sfumature del narcisismo se non attraverso uno studio approfondito della materia.La docuserie “Nella mente di Narciso”, ideata da Francesca Verdini e Luca Bellosi, sembra offrire solo una panoramica superficiale sul tema. Si distingue per una breve introduzione sul narcisismo come disturbo della personalità, distinguendo tra narcisismo “buono” (Overt) e “cattivo” (Covert), ma manca di quella profondità che casi così delicati richiedono.Rimane un interrogativo sul perché i più autorevoli criminologi italiani non abbiano una presenza più significativa nei media televisivi. Esperti come Roberto Catanesi dell’Università di Bari o Adolfo Ceretti dell’Università Milano-Bicocca preferiscono operare lontano dai riflettori per rispetto verso la complessità dei casi trattati.Il servizio pubblico dovrebbe riflettere su questa questione e garantire una copertura mediatica più equilibrata e rispettosa verso tematiche così delicate come il narcisismo e la cronaca nera. Solo così potrà offrire al suo pubblico contenuti digitali e transmediali all’altezza delle aspettative.