La popolazione italiana si avvicina sempre più al limite di sostenibilità demografica. Gli ultimi dati Istat indicano una fecondità in calo, con 1,18 figli per donna nel 2024 che supera il minimo storico del 1995. In quel anno erano nati 526mila bambini, mentre quest’anno si sono contati solo 370mila nuovi arrivati (-2,6% rispetto al 2023). Questo trend è estremamente preoccupante se consideriamo la riduzione anche dei decessi (651mila), il 3,1% in meno rispetto all’anno scorso.Queste cifre ci portano a riflettere sul futuro della nostra società e sull’impatto che questa tendenza avrà sulla struttura sociale e sulla crescita economica. L’Italia è già un paese con una popolazione invecchiata, e se non cambiano le cose potremmo assistere a una forte riduzione del numero di persone attive sul mercato del lavoro.La questione della fecondità è quindi una delle più importanti sfide che ci troviamo ad affrontare. Il Trentino-Alto Adige continua a essere il capofila in termini di fertilità, ma dobbiamo chiederci come sia possibile per altri territori raggiungere livelli simili.Per risolvere questo problema dovremmo innanzitutto aumentare la consapevolezza sull’importanza della procreazione. Gli incentivi alle famiglie con figli potrebbero essere un passo nella giusta direzione, ma è fondamentale che i cittadini comprendano le motivazioni che li spingono a non voler avere bambini.L’Italia deve fare i conti con la propria cultura e con il proprio stile di vita se vuole superare questo ostacolo. Potrebbero essere introdotte anche politiche più concrete, come l’istituzione di incentivi fiscali per le famiglie numerose o lo sviluppo di servizi pubblici specifici per i genitori.L’Italia ha bisogno di fare un cambio di rotta e dare maggiore importanza alla crescita demografica. Questo è il momento giusto per attuare politiche pro-natalità, ma anche per investire nel benessere dei cittadini e nella formazione delle nuove generazioni.La popolazione italiana non può essere considerata solo un numero; dovrebbe essere vista come una ricchezza che andrà conservata e valorizzata.
La fecondità italiana in calo: 370mila nuovi nati e il rischio della riduzione delle persone attive sul mercato del lavoro
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