La fotografia come arte: Henri Cartier-Bresson e la sua visione unica

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La fotografia rappresenta per Henri-Cartier-Bresson un mezzo di cattura dell’essenza, che non si limita a immortalare ma ci coinvolge e ci afferra con forza. In un’intervista del 1964 con il critico Romeo Martinez, ritrovata recentemente nelle Teche Rai, il celebre fotografo svela la sua visione artistica. A distanza di vent’anni dalla sua scomparsa nel 2004, il documentario ‘Henri Cartier-Bresson e il mondo delle immagini’, in onda su Rai 5 per la serie ‘Dorian’, offre uno sguardo intimo sull’uomo che ha rivoluzionato la fotografia.Nel racconto di Cartier-Bresson emerge un artista schivo e riservato, che preferisce restare nell’ombra pur essendo una figura di spicco nel mondo dell’immagine. Parlando della sua arte come un modo per disegnare attraverso l’obiettivo della macchina fotografica, paragona la fotografia alla pittura, definendola un contatto immediato con la realtà e la vita stessa. Ricorda con affetto l’incontro con Robert Capa nel 1933 e la fondazione dell’agenzia Magnum nel 1947, dove il coraggio di Capa si univa al gusto estetico di Cartier-Bresson.Le immagini del documentario mostrano il lato più intimo del fotografo durante i suoi balletti fotografici sul set, rivelando la sua passione per l’arte visiva e il piacere geometrico che prova nell’inquadrare una scena perfetta. Attraverso le sue parole traspare l’importanza della sensibilità intuitiva e della cultura nella pratica fotografica, oltre al rifiuto delle immagini scioccanti a favore dell’intensità emotiva.Cartier-Bresson rende omaggio ai suoi maestri come Eugène Atget ed Erich Salomon, citando anche l’influenza del regista Jean Renoir sulla sua opera. Con sincera umiltà, ammette che la sua non è stata una carriera o un mestiere, ma piuttosto un piacere profondo nel catturare attimi indelebili attraverso lo scatto fotografico.

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